lunedì 28 novembre 2011
sabato 3 gennaio 2009
nails
Cosi' l'odioso rituale di sistemarsi le unghie e' diventato una parentesi piacevole - ora, poi, lo e' ancora di piu' perche' significa un'ora off da Caterina ;-)).
La prima volta entri timidamente nel negozio e almeno dieci occhi si girano verso di te, neanche fossi una modella sulla passerella. Invece quegli occhi appartengono a 5 ragazze asiatiche che, sedute sulle poltrone dove poi ti siederai tu, non aspettano altro che qualcuno varchi la porta per sorridere alla mancia che intascheranno poco dopo. E cosi' inizia il rituale, perche' di un vero e proprio rituale si tratta.
Prima di tutto, devi scegliere il colore dello smalto: e non e' che scegli tra una decina di colori, no. Ce ne sono almeno un centinaio, tutte le variazioni del rosa e del rosso - che se poi guardi bene alcuni si ripetono, ma questo e' un trucco che solo un occhio attento scopre, ma che nessuna bocca osa rivelare perche' poi non sei affatto sicura che quel rosso scarlatto sia esattamente lo stesso di quello vicino, e quasi quasi ti pare di vedere che uno sia perlato e l'altro no - oltre a qualche colore che la prima volta ti pare del tutto fuori luogo anche per una citta' easy come SD, ma che, visto addosso alla coscia lunga che ti sta seduta affianco, quasi quasi la prossima volta lo provi anche tu.
Finalmente puoi sederti sulla poltrona che ti viene indicata con gesto rapido ma deciso dalla minuta e scattante vietnamita che ti e' stata assegnata dalla proprietaria del locale (non chiedetemi come, ma il capo si riconosce immediatamente, sara' perche' e' l'unica che parla un po' di inglese, incomprensibile certo, ma sono abbastanza sicura che sia inglese): a quel punto ti senti come ad un esame quando sei destinata all'unico posto in prima fila, proprio quello dal quale non si puo' copiare. Pazienza, perche' qui non sei sotto esame, ma inizia il bello della pedicure.
La poltrona ti fa il massaggio sulla schiena e dapperttutto, immergi i piedi nell'acqua caldissima e piena di bolle che profuma di essenze sconosciute (e forse e' meglio non sapere di quali essenze si tratta), ti portano subito tre giornali di americanissimi pettegolezzi (e certo che li leggo, vorrete mica che mi perda le ragioni profonde della crisi tra il bellone Brad Pitt e la Jolie no? O i segreti per tornare in forma dopo la gravidanza Katie Holmes eh?) e, nei due minuti che seguono, gli unici in cui sei lasciata sola, ti viene ordinato di studiare un foglietto plasticato per scegliere il tipo di trattamento che desideri. La scelta e' molto varia, ma se leggi bene quello che c'e' scritto sotto nomi esotici di trattamenti miracolosi, puoi avere un massaggio di dieci o venti minuti, una maschera alla paraffina (ergo, immergi il piede in un liquido caldissimo e quando lo estrai ti resta appiccicata una cera bianca), una grattuggiata ai talloni o una "european pedicure", qualsiasi cosa questo voglia significare.
Insomma, una volta scelto, sei pronta. Ma tu pensi anche di gustarti massaggio e tutto il resto, ma non e' proprio cosi', perche' sei assalita da una raffica di domande, banali ma dettagliate, dalla vietnamita assegnata. "Ale you mallied? Do you have childlen? Ale you studying? Ale you wolking? Whele do you live? How long have you been here? Whele does youl husband wolk? Do you miss youl family? Did you choose the nails colol?". Praticamente, tempo due minuti e la ragazza carina che ti massaggia divinamente piedi e gambe sa tutto di te, della tua vita, di tuo marito. E tu ti senti come denudata della tua stessa vita. Se poi avete la brillante idea di ricambiare con altrettante domande, tentando disperatamente di interrompere l'interrogatorio per sapere qualcosa di piu' della vita di queste ragazze negli States, siete bombardate dalle risposte che arrivano a raffica: "I'm not mallied. I don't like kids. I don't want to have childlen. I have a boyfliend. He's American. I don't miss my family. I don't want to come back to Vietnam". And that's all folks.
E mentre tenti di riprenderti dallo stordimento di tante parole e cerchi di recuperare la tua capacita' di pronunciare la lettera L che nel frattempo si e' perduta, i tuoi piedi splendono del rosso che ti sei scelta. E ricordati di sceglierlo prima di sederti sul posto assegnato, altrimenti vieni spedita, rigorosamente scalza, dalla tua poltrona all'ingresso del negozio, e tu ti senti come una bambina sgridata che ne ha combinata una grossa. E ricordati pure di indossare le tue flip-flop, qualsiasi sia il tempo fuori, altrimenti sarai costretta ad uscirtene dal negozio in flip-flop cartacee, di colore giallo fosforescente, di modo che tutti sappiano che hai appena fatto la pedicure e sei cosi' stordita da non aver pensato che, se non vuoi che lo smalto si appiccichi sulle punte delle tue scarpe, devi lasciarlo asciugare per ore ed ore. Poi se ti ferma la polizia e vede che guidi con quei pezzi di cartone sui piedi sono tutti fatti tuoi.
venerdì 14 novembre 2008
bilancio dopo un anno
Abbiamo deciso di rendervi partecipi del nostro bilancio annuale, dieci aspetti di quest'America che ci hanno entusiasmato e dieci altri che ci hanno delusi. Ecco il risultato del nostro brainstorm:
ENTUSIASMI
1. Il prezzo della benzina sale - e fin qui tutto normale, pare impossibile, ma anche in Italia succede - e (neanche tanto miracolosamente) SCENDE, ma per davvero. Solo tre mesi fa il costo era poco piu' di 4$ al gallone, questa mattina era di 2.19$ al gallone. E un gallone sono poco meno di 4 litri, lascio a voi crogiolarvi nel calcolo galloni/litri/dollari/euro che vi fara' cadere dalla sedia!
2. Nelle freeway le direzioni sono indicate come north, south, east, west. Non c'e' scritto direzione Gravellona Toce, che se non sai a memoria la geografia dello stivale studiata alle elementari, come la sottoscritta, non capisci dove diamine devi andare e rischi lo schianto, o la retromarcia di quei pazzi che perdono l'uscita e tornano indietro mentre le altre macchine sfrecciano li' accanto a 180km all'ora.
3. Il drive through, l'invenzione somma del millennio scorso: ovvero prelevi i soldi dal bancomat, imbuchi la posta, ordini da mangiare, comodamente seduto in macchina. Se si puo' evitare di fare due passi due, perche' no?
4. La return policy, ovvero, compri quello che ti pare e se poi non funziona, non ti piace piu' quel colore, non si intona con gli occhiali da sole che ti hanno regalato, non e' in sintonia con l'arredamento di casa, lo vuoi provare per una sola sera e poi ne hai abbastanza, lo restituisci. Fin qui tutto ok, direte voi. Invece no. Lo restituisci e il negozio dove l'hai acquistato ti restituisce i soldi immediatamente, o te lo cambia con altro oggetto di tuo gradimento, senza battere ciglio, senza fare domande, senza ispezionare l'oggetto come fosse un rifiuto tossico da cui stare lontani, senza guardarti come se fossi il solito cliente che vuole approfittarne per motivi oscuri che il commesso di turno e' chiamato a scovare.
5. I saldi sono saldi veri, non vengono rispolverati i fondi del magazzino con gli stivali a punta che andavano tre anni fa e maglioni che non si metterebbe nemmeno il piu' nostalgico degli anni ottanta. Si trovano esattamente le stesse merci che c'erano la settimana prima dell'inizio dei saldi, a prezzo per lo piu' dimezzato e, meraviglia delle meraviglie, cominciano PRIMA di Natale (e dopo proseguono con prezzi ancora piu' stracciati), e ci sono pure in tutti i weekend di festa, tutti, nessuno escluso. Gli Americani SANNO cos'e' lo shopping, non c'e' ombra di dubbio.
6. Gli orari dei negozi, dei supermercati, degli uffici ti fanno dimenticare il susseguirsi dei giorni della settimana. I supermercati sono SEMPRE aperti. I miei tre di fiducia sono aperti tutti i giorni della settimana, dalle 5 del mattino all'una di notte. Non devi programmare con tre settimane d'anticipo la spesa per la cena con gli amici, non devi disturbare la vicina di casa se ti manca il sale (anche se questo potrebbe essere piacevole, dipende dalla vicina), non devi usare i fazzoletti di carta o, peggio, i giornali vecchi, se hai finito la carta igienica, non devi piazzarti davanti al Crai sotto casa alle 8:30 del mattino per essere in tribunale alle 9 (lo facevo per davvero, giuro che lo facevo), non devi lottare nella bolgia infernale del supermercato il sabato mattina, puoi pensare all'ultimo secondo cosa hai voglia di mangiare, che tanto c'e' sempre un Vons, un Henry's, un Trader Joe's con un cassiere sorridente che ti aspetta e ti chiede carinamente "how you doing today?". E non parliamo della pharmacy, tipo CVS, che e' aperta 7 giorni su 7, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno (l'anno scorso la sera di Natale io e Gerardo siamo andati a comperare mezzo gallone di latte anche se non ci serviva, solo per il gusto di poterci entrare la notte di Natale). Per gli uffici piu' o meno e' lo stesso: potete spiegarmi perche' a Torino dovevo sincronizzare l'orologio chiamando l'apposito numero della Telecom per depositare un assegno in banca che era aperta dalle 8:35 alle 13:40 e poi dalle 14:10 alle 14:46, mentre qui le banche sono aperte dalle 7 del mattino alle 6 di sera, compreso il sabato? Faranno pur sempre le stesse cose gli impiegati di banca o no?
7. I parcheggi sono sempre grandi e spaziosi: ovunque tu vada, troverai un pargheggio comodo e con una sola manovra avrai piazzato la tua macchina gigante. La gente e' piu' felice se non si stressa.
8. Burocrazia non e' piu' una parola che fa pensare a lunghe code in uno squallido ufficio puzzolente di sigaretta dai tempi in cui si poteva fumare dapperttutto, con l'impiegato di turno che non sorride sebbene sia, a modo suo, felice, dove sai gia' che dovrai litigare perche', arrivata allo sportello, scopri di aver sbagliato fila. No. Qui funziona tutto per posta, e velocemente. Caterina e' nata tre settimane fa e oggi nella buca delle lettere c'era il suo SSN, ovvero il suo codice fiscale. Se invii la tua dichiarazione dei redditi on line (il commercialista non esiste, of course) ad aprile, a meta' maggio ricevi un assegno con il quale lo Stato ti restituisce i soldi a credito. Se hai un problema con la caldaia a gas, l'omino corrispondente a quello dell'Italgas italiano arriva entro due ore, e sono davvero due ore effettive, non due ore di attesa "la linea e' momentaneamente occupata si prega di attendere" piu' il tempo per convincere chi risponde che c'e' effettivamente un problema ed altri due giorni perche' qualcuno suoni il campanello di casa tua con due ore di ritardo rispetto all'orario previsto, quando tu ormai sei gia' rientrato in ufficio.
9. In macchina e' consentito e lecito non essere incazzati e nervosi: quasi nessuno supera i limiti di velocita' standoti a due centimetri dal bagagliaio sfareggiando anche se il tuo contachilometri segna 140; se sei un pedone, si fermano e ti fanno passare, anche se non sei sulle strisce. Lo so che non ci credete, ma accade per davvero al di fuori del territorio della Repubblica italiana.
10. (questo e' un ovvio suggerimento di Gerardo): le ragazze californiane bionde che si incontrano al supermercato, "coperte" da un paio di mini shorts, una canotta e con i boots ai piedi, dalle belle gambe abbronzate, che non se la tirano e ti possono anche regalare uno sguardo sorridente, coscienti che, oltre a loro, tante altre ce l'hanno e la mettono pure in funzione ;-)
DELUSIONI
1. Tutto quello che bevi, lo devi bere a temperature siberiane. Non si concepisce la bibita senza ghiaccio. Meglio, gli Americani non concepiscono la mancanza di ghiaccio in ogni dove (fatevi un giro al banco frigo del supermercato, poi mi dite quanto tempo impiega ad arrivarvi il cagone fulminante).
2. I ristoranti italiani dove l'influenza del Maestro Marchesi non e' riuscita ad arrivare. D'altronde l'oceano e' immenso. Spaghetti alla carbonara - ingredienti: eggs, onion, shrimp, peas, bacon.
3. Le scarpe da uomo: a punta rigorosamente quadrata, sono indenni al passare delle mode. Sempre quadrata e'.
4. Guidare negli States e' facile, facilissimo. L'unico stress - quantomeno per noi Italiani - sono gli altri utenti della strada. Eccessivamente prudenti, anche quando non ce n'e' bisogno, spesso rasentano l'imbecillita'. E l'importante per loro e' fermarsi, qualunque cosa stia succedendo. La parola d'ordine e' "fermati e lascia che gli altri decidano per te".
5. All'inizio di settembre nei negozi c'erano scaffali tappezzati di ogni amenita' per Halloween. All'inizio di ottobre c'erano gia' le palle di Natale. Ve l'ho detto che ne sanno di shopping. Solo che, come sempre, esagerano un po'. Pero' c'e' gente che si prende avanti. Giuro. Io ne ho visto piu' di qualcuno che sceglie le palle di Natale, le decorazioni luccicanti per il giardino (quest'anno tocca anche a noi eh, non transigo), le ghirlande e perfino la carta da pacchi. Non sia mai che si prende senza la sera della Vigilia.
6. Il bbq asiatico dei vicini: d'estate - e non solo d'estate, visto che ieri e oggi c'erano 29 gradi! - si sta benissimo a mangiare fuori, non fosse per i fumi nauseabondi che provengono dal giardino delle vicine. Evabbe' che tutti hanno la mania dell'asian e dell'asian fusion, qualsiasi cosa questo implichi, ma il cibo, se cosi' si puo' chiamare, che Brenda cucina e' davvero intollerabile. Soprattutto mentre noi ci gustiamo un double filet mignon al sangue, o un piatto di pasta come si deve.
7. Manca una piazza, dove sedersi alla sera per un aperitivo con gli amici; manca un bar dove prendere un caffe' al volo al mattino o un cappuccino con la brioche la domenica; manca una pasticceria dove gustarsi qualche delizia cioccolatosa; manca il "casolin" dove comperare la mortadella e dove c'e' profumo perenne di asiago; manca il Bar Sport dove mangiare un toast e manca Renzo, dove mangiare le mitiche tartine (i vicentini sanno di cosa sto parlando).
8. Evabbe' che e' tanto bello conoscere gente che viene da tutto il mondo, ma l'Indiano che rutta durante le riunioni di lavoro e gli Asiatici che puzzano di aglio alle 7:30 del mattino sono davvero troppo anche per chi e' ben disposto verso il prossimo.
9. Le zucchine non sanno di zucchine. Sanno di schifo. E hanno milioni di semi enormi. Credetemi sulla parola.
10. (sempre su suggerimento di Gerardo): gli uomini hanno dimensioni doppie rispetto all'uomo medio europeo (e non parlo di dimensioni intime, parlo di fisico). Dopo mesi di dedizione forsennata allo sport - interrotta brutalmente dall'arrivo di Caterina ;-) - Gerard ha sentenziato che qui gli uomini vengono nutriti sin da piccoli con sostanze a noi sconosciute che consentono loro di avere un fisico davvero possente a partire dai 14 anni. Sara' la pozione magica di Obelix?
martedì 4 novembre 2008
I had a dream...
mercoledì 24 settembre 2008
coffee
Ovviamente ci manca il caffe' italiano, cosi' come ci manca la dimensione del bar italiano, soprattutto in versione mattutina, quando straripa di gente. Ma vivere in un Paese straniero senza voler cambiare affatto le proprie abitudini e' da stolti. Significa non avere la mente aperta a nuove esperienze di vita e allora tanto vale restarsene in patria. Quindi, dopo aver scartato la versione del caffe' che non e' caffe' e sa solo di bruciacchiato (va bene cambiare le proprie abitudini, ma qualcuno a casa ha abituato il mio palato ad un certo tipo di sapori raffinati), mi sono dedicata alla ricerca dell'intruglio perfetto con cui riempire la mia mug. E l'ho trovato, ovviamente. Nelle mille versioni piccola media e grande (e grande vuol dire grande per davvero, credo che arriviamo sul mezzo litro di roba) di cappuccino - pronuncia cappaccino - con la schiuma dry or wet, di caffe' freddi, di latte - pronuncia latti - con dentro tutti i possibili immaginabili sapori, la Martin e' approdata al white chocolate mocha. Mocha significa intruglio di coffee, latte e cioccolato. Per me in versione bianca e per Ge in versione dark. E ormai sta diventando qualcosa a cui si fatica a rinunciare. Cosi' mentre scrivo i posts del blog, sono seduta al Bird Rock Coffee Rosters e sono collegata al mondo con il pc, free wireless LAN ;-) Anche qui bisogna trovare le proprie piccole abitudini che ti fanno sentire un po' a casa, no?
giovedì 28 agosto 2008
PR (Parentesi Rosa): il test di gravidanza
In quei pochi giorni, che pero’ sembrano infiniti, che vanno dal momento del probabile concepimento al momento del possibile ciclo mensile, si provano delle sensazioni strane e complicate (non che le donne siano mai NON complicate). L'umore muta velocemente, parliamo di secondi, un attimo prima si cerca di ignorare i sintomi evidenti che qualcosa sta cambiando nel corpo - non preoccupatevi, niente di che, solo una valanga di ormoni che mette in moto e che vi accompagna per i successivi 9 mesi – un attimo dopo si consulta freneticamente e in modo ossessivo il web alla ricerca del sito perfetto che ti dica quali sono effettivamente i VERI sintomi della gravidanza, quelli che se ce li hai sei incinta 100%. Non esiste. So che al momento giusto lo cercherete invano anche voi, testarde come me. Ma non esiste, perche’ ognuna ha i suoi ormoni, ergo, ognuna ha le sue paturnie, i suoi personalissimi sintomi, le sue sensazioni. Ad un certo punto, quindi, diventa inevitabile affidarsi alla scienza. Si varca la soglia di un qualsiasi negozio che lo venda (io il mio preferito, CVS Pharmacy. By the way, vi consiglio di farci un giro se siete negli States che imparate un sacco di cose), per comperare il test di gravidanza, ma quello perfetto. Quale sia, non si sa.
C'e' quello che ti da' la risposta con certezza cinque giorni, dico C-I-N-Q-U-E-G-I-O-R-N-I prima della data prevista per il ciclo, c'e' quello digitale che ti scrive pregnant o non pregnant, c'e' il modello antico con le strisce che si colorano di rosso o di blu, c'e' quello organic che utilizza solo materiali riciclati, quello con l'inno americano se sei pregnant e con l'inno cinese se non lo sei, quello che ti parla e che ti consola se sei pregnant ma non volevi esserlo perche' stato uno sbaglio (si, pero' mentre si scopava non sembrava in effetti proprio cosi' sbagliato in senso stretto).
Ho scoperto che gli uomini preferiscono, per sconosciute ragioni (poi siamo noi le complicate), ritardare il momento della scoperta della verita'. Aspettiamo che almeno che ci siano due/tre giorni di ritardo rispetto alla data prevista per il ciclo, dicono. Che cooooosa? Due/tre giorni???? Ma se il progresso ci regala il test che ci dice con assoluta certezza al 79% che sei pregnant cinque giorni prima della data del ciclo? Per quale misterioso ed inspiegabile motivo dobbiamo aspettare noi? Cioe', mi domando, se si parla di Wii e Ipod Touch orgasmico dobbiamo avere in casa l'ultimissimo modello che se no l'uomo si sente sempre un passo indietro rispetto al collega, pero' per il test di gravidanza no, la tecnologia ci fa schifo e dobbiamo aspettare che arrivi la data del secondo ciclo mancato per fare la prova del nove. Poi scrivono fior fiori di psicologi e sociologhi che uomini e donne a volte non si capiscono. Confermo, a volte gli abissi della mente umana lasciano dei buchi neri invalicabili, non c'e' dubbio, ed e' inutile ostinarsi per renderli valicabili.
Per chiudere: quando avrete scelto il test che piu' vi ispira - andateci da sole a prenderlo, cosi' avrete piena liberta' di scelta - e ci sara' poi scritto che in effetti un fagottino di pochi centrimeri sta crescendo nella vostra pancia, comincia la poesia. E l'avventura, direi ;-)
Did you park on the wrong side of the road or what else?
Ad un certo punto mi pare di sentire il rumore di un motore, e non mi sbaglio, non e' un'allucinazione. No. Compare sulla cima della duna di sabbia che ho davanti un truck bianco gigante, delle dimensioni che solo gli Ing. americani possono concepire. Mi alzo di scatto e muovo le braccia. Si avvicina questo mostro esplosivo di meccanica ed ingegneria. Dal finestrino sbuca un braccio abbronzatissimo con i peli biondi, seguito da un sorriso a 32 denti americani sbiancati di recente che fa pure lo spiritoso: Did you park on the wrong way of the road or what else? Dopo dieci secondi e' gia' sceso dal truck con una corda in mano, con due nodi sapienti l'ha gia' agganciata alla Jetta, mi ha dato istruzioni di accendere la macchina, metterla in folle e tenere le ruote diritte. Dopo tre secondi sono fuori dalla sabbia.
Squilla il cellulare e mi risveglio dal sogno di essere stata, finalmente una volta nella vita, salvata da un vero eroe in divisa: ops, mi son scordata di avere un marito che nel frattempo, gocciolante di sudore e arso dal caldo del deserto, ha raggiunto la recreational aerea e sta chiedendo aiuto.
La lezione di vita?
Le tedesche non sono fatte per andare sulla sabbia (e d'altronde non e' che si possa pretendere altro dai Tedeschi) e sti trucks enormi, spaventosi e affascinanti, sono fondamentali per tirare fuori due pivelli con la Jetta insabbiata.