mercoledì 24 settembre 2008

coffee

Il caffe' non e' solo una bevanda scura, dall'aroma dalle mille variabili, dal profumo inconfondibile, che si beve prevalentemente bollente, seduti al tavolo con un amico o di corsa al bar alla mattina. Questa e' solo la versione italiana del caffe'. Poi c'e' quella americana, che e' tutta un'altra cosa. Il coffee e' piu' un compagno di vita, qualcosa che ti accompagna per tutto il corso della giornata, di cui senti la mancanza tra le mani come senti la mancanza delle sigarette se hai appena smesso di fumare, qualcosa che non puo' mai mancare in macchina se stai andando al lavoro, qualcosa che puoi reperire a tutte le ore del giorno e della notte, ovunque, e che sa sempre lo stesso sapore di bruciacchiato. Piu' che risolversi in una semplice, italiana e piacevole sensazione del palato, e' un mood. La nostra vicina di casa esce al mattino con i capelli biondi ancora bagnati, la borsa da lavoro da una parte, il pranzo in un sacchetto e il coffee dall'altra. Il carpentiere che lavora nella nuova costruzione dietro casa nostra, arriva alle 6:30 con il coffee nell'apposito porta bevande della macchina e, prima di scendere, lo beve lentamente. Le mie studentesse di italiano arrivano tutte a lezione con il loro coffee e lo sorseggiano lentamente mentre ascoltano la sottoscritta che cerca di spiegare loro le profonde ragioni per le quali il cappuccino in Italia si beve entro le 11 del mattino, dopodiche' qualcuno potrebbe considerarlo un insulto. Mike, il mio prof di writing di UCSD, arrivava in classe con la mug di coffee bollente. Il must have degli accessori per il passeggino e' il porta mug per la mamma che lo deve spingere, mica le mille e una posizioni in cui si puo' reclinare lo schienale per il bambino, tanto se deve dormire dorme comunque, altrimenti piange, e piange comunque. La macchina e' cool solo se ha almeno 10 postazioni per appoggiare il coffee (by the way, la nostra ne ha 16, ma non vi voglio anticipare troppo che quello sara' il prossimo post!), in modo tale che tu non debba nemmeno cercarla, e' gia' li', la vedi, e' pronta all'uso, qualsiasi sia il posto in cui seduto, non ti devi chiedere "adesso dove appoggio il coffee" perche' lo sai gia' dove appoggiarlo.
Ovviamente ci manca il caffe' italiano, cosi' come ci manca la dimensione del bar italiano, soprattutto in versione mattutina, quando straripa di gente. Ma vivere in un Paese straniero senza voler cambiare affatto le proprie abitudini e' da stolti. Significa non avere la mente aperta a nuove esperienze di vita e allora tanto vale restarsene in patria. Quindi, dopo aver scartato la versione del caffe' che non e' caffe' e sa solo di bruciacchiato (va bene cambiare le proprie abitudini, ma qualcuno a casa ha abituato il mio palato ad un certo tipo di sapori raffinati), mi sono dedicata alla ricerca dell'intruglio perfetto con cui riempire la mia mug. E l'ho trovato, ovviamente. Nelle mille versioni piccola media e grande (e grande vuol dire grande per davvero, credo che arriviamo sul mezzo litro di roba) di cappuccino - pronuncia cappaccino - con la schiuma dry or wet, di caffe' freddi, di latte - pronuncia latti - con dentro tutti i possibili immaginabili sapori, la Martin e' approdata al white chocolate mocha. Mocha significa intruglio di coffee, latte e cioccolato. Per me in versione bianca e per Ge in versione dark. E ormai sta diventando qualcosa a cui si fatica a rinunciare. Cosi' mentre scrivo i posts del blog, sono seduta al Bird Rock Coffee Rosters e sono collegata al mondo con il pc, free wireless LAN ;-) Anche qui bisogna trovare le proprie piccole abitudini che ti fanno sentire un po' a casa, no?