venerdì 8 agosto 2008

saguaro national park

Lunedi' 26 maggio qui era festa: il Memorial Day e' il giorno di commemorazione di tutti gli uomini e le donne che hanno perso la vita durante il servizio militare a difesa del loro Paese. Non ricordo se l'ho gia' scritto, ma gli Americani sulla scelta delle date delle festivita' sono dei grandi: non esistendo feste religiose, e quindi giorni fissi per ogni festa, vedono bene di piazzarle o il venerdi' (il Thanksgiving addirittura il giovedi') o il lunedi', in modo che poi si faccia il weekend lungo. Mica scemi eh? E quindi il Memorial Day ogni anno cade l'ultimo lunedi' del mese di maggio.
Dunque, weekend lungo e noi si decide di fare la classica gita fuori porta, che poi qui fuori porta significa che si percorrono miglia e miglia e ancora miglia in macchina, a meno di non scegliere direttamente l'aereo. Ma volete mettere il fascino del viaggio on the road sulle strade americane?
Eccolo qui il fascino: Si guida per 5 ore verso l'Arizona su una strada completamente deserta, si incrociano raramente altre macchine, piu' spesso minacciose auto della polizia, con le loro mille luci colorate (che, devo essere sincera, sembrano quelle con cui mio fratello giocava quando era piccolo), si rispettano i limiti di velocita' - non fate gli sboroni, lo fareste anche voi se vi capitasse di guidare qui - ogni 60 miglia c'e' l'indicazione di un'uscita per una localita' sconosciuta di cui non si vede traccia alcuna, quanto meno per la portata dello sguardo umano, ogni 100 miglia c'e' l'indispensabile area di ristoro che puo' comprendere, a seconda del posto, Burger King Mac Donald 76 ampm Starbucks Arco oppure Shell Rubios In-n-Out Jack in the Box Carl's Juniors, che comunicano, a chi frequenta le strade americane da un po', quel senso di continuita' con quello che ci si e' lasciato alle spalle che, non pare mica, ma consola (insomma, in qualsiasi localita' degli immensi Stati Uniti d'America, potete trovare lo stesso identico posto che avete di fronte a casa, cosa che, non pare, ma da' serenita' alla mente poco elastica di chi vive qui). Percorse queste poche centinaia di miglia verso Tucson (che si legge proprio Tuson, con leggerissima pronuncia della u, che pero' c'e' e non c'e'), dopo aver passato quasi indenni il posto di blocco al confine dello Stato della California con l'Arizona (i.e. quattro tendoni bianchi in mezzo al deserto del nulla, con 50 poliziotti bardati con divisa nera e anfibi - NB siamo nel DESERTO, ci sono circa 45 gradi all'ombra - che fermano circa una macchina all'ora e percio' vogliono controllare almeno tutti i documenti ed il contenuto del bagagliaio - se no che cazzo fanno tutto il giorno li' in 50? Cerchiamo anche di capire), arriviamo a Tombstone.
Ecco, Tombstone e' una creazione squisitamente americana, dove si capisce il profondo significato della parola Far West, molto far e very west. Nel lontano 1800 qui c'erano i cowboys e, se si e' fortunati come lo siamo stati noi, qualche esemplare sporco di sangue - segno tangibile degli scontri a fuoco - visibilmente affaticato e conetnto di essersi salvato la pelle, almeno sta volta si e' conservato fino ai giorni nostri. Ed e' cosi' che, sulla strada pressoche' deserta di Tombstone, stante la difficolta' di raggiungere la localita' in diligenza, abbiamo potuto fissare sulla camera un'immagine irripetibile:

















Lasciata poi Tombstone, siamo arrivati a Tucson, ridente cittadina dell'Arizona dove i giovani d'oggi si vestono come veri cowboys, con tanto di stivali con speroni, cappello e laccetto con fibbia d'argento a chiudere la camicia, seduti in sella ai loro favolosi trucks. Il giorno dopo hiking nel Saguaro National Park, vera ragione per cui ci siamo spinti cosi' lontano.
Saguaro e' il nome dei cactus giganti - sono letteralmente giganti, niente di quello che avete visto sino ad ora, niente a che vedere con quello che la vostra mente puo' lontanamente immaginare - ed il Saguaro National Park altro non e' che una distesa deserta di cactus giganti percorsa da roadrunners (avete presente il cartone animato che faceva bi-bip? Quello che scappa alla velocita' della luce dal coyote che fa di tutto per catturarlo? Ecco, esiste davvero e, ovviamente, e' impossibile da fotografare perche' corre velocissimo, e, quando lo si vede per la prima volta si diventa improvvisamente solidali con il povero coyote: dopo anni e anni in cui abbiamo riso a crapapelle per quanto era sfigato, pensando, ignoranti, che fosse una mera creazione di qualche cartonista. No. Non e' affatto cosi', esite davvero ed e' un piccolo stronzo che corre a piu' non posso nel deserto).
Giusto per darvi un'idea della grandezza di sti cactus:





















il bello, pero', viene dopo, sulla strada del ritorno...